Aveva promesso un festival 'semplice', come lei Antonella Clerici. E, per quanto concerne la prima serata, la promessa l'ha mantenuta o quasi. Terminati i primi 20 minuti di 'passaggio del testimone' da Paolo Bonolis e Luca Laurenti - sempre in bilico tra lo spiritoso e il pecoreccio - Antonellina di rosso vestita ("Rosso polmone" "No, piuttosto rosso angioma") ha dato il via alla 60a edizione della kermesse. "Sessantesima edizione, nel 2010. Cifre tonde, come me" ironizza la conduttrice. Ed effettivamente il 'tondo' è la cifra stilistica di questo Festival, o almeno della sua serata inaugurale: tondi sono numerosi elementi della scenografia vagamente spaziale, tondo è il pallone che compare sul palco a simboleggiare la presenza di Antonio Cassano e innegabilmente tonde (o "rotondette", come si diceva fino a qualche tempo fa) sono Maria Nazionale (partener vocale di Nino D'Angelo), il fenomeno pop scozzese Susan Boyle e la sensuale Dita Von Teese che a tarda sera ha sicuramente risvegliato più di qualche sonnecchiante telespettatore con uno spogliarello quasi integrale (è rimasta in perizoma e copricapezzoli), con tanto di tuffo in una gigante coppa di Champagne.
Le canzoni - il cui livello medio è parso abbastanza buono - sono filate via una dopo l'altra, con un discreto ritmo. Nel momento in cui la scaletta avrebbe previsto l'esibizione di Morgan, Antonella ha voluto rivolgergli un pensiero: rammarico per la sua assenza a causa dei ben noti motivi; lettura di qualche verso della sua canzone e un augurio ("Morgan, spero che tu e tutti quelli come te si possano ritrovare"). Rapida, tutto sommato garbata e senza eccessi di retorica e moralismi.
Circa 20 minuti dopo la fine della gara ecco i risultati della giuria demoscopica: non passano la prima serata (ma con possibilità di ripescaggio) Pupo con Emanuele Filiberto e Luca Canonici - peraltro accolti da fischi ancor prima di eseguire la canzone, decisamente raccapricciante - Toto Cutugno che almeno quest'anno non correrà il pericolo di arrivare secondo e Nino D'angelo, per la verità ingiustamente penalizzato.
Gli applausi più fragorosi sono stati per Marco Mengoni, a riprova che i pronostici della vigilia che lo vogliono tra i favoriti non sono sbagliati.
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