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Foto tratta dal video dell'inedito: "SOLE NERO"

Foto tratta dal video dell'inedito: "SOLE NERO"

CUORE DI VETRO

RESTA

LULU' E MARLENE + DIO

martedì 23 febbraio 2010

LO SPERONE D'ITALIA

Conosciuto più come luogo di villeggiatura o, per chi crede, come luogo della predicazione di Padre Pio che come parco naturale, il Gargano porta con sé nell'immaginario di milioni di italiani nomi evocativi, di solleone, case bianche e atmosfere vacanziere, come Peschici, Vieste, la Foresta Umbra, le isole Tremiti, zone tra le più caratteristiche del nostro Paese. Zone dove ci si cuoce nel sole e ci si tuffa in uno dei mari più belli e limpidi d'Italia (benché, secondo le recenti stime di Legambiente, non eccellano nella classifica dei più puliti). Questa parte della Puglia è anche una delle più ricche di habitat differenti e biodiversità. Il motivo risale alla conformazione morfologica dello "sperone d'Italia" e alla sua storia.

Quando, tra le lagune e la terra ferma, cominciarono ad emergere gli Appennini - e stiamo parlando di centinaia di milioni di anni fa - il Gargano non c'era ancora, o meglio era solo un'isola, separata dal continente. Solo più tardi il promontorio si sarebbe congiunto alla terra ferma formando l'inconfondibile "sperone", ma l'origine "isolana" della zona ha comunque segnato l'evoluzione ambientale dell'area, con il suo cuore verde, ma pure con un mosaico di laghi costieri, una collana di isole dirimpetto e un deserto di pietra alle spalle che solo in condizioni isolate avrebbero potuto formarsi. Si tratta di un habitat ricco e vario, come è difficile incontrare in Italia. L'autentico puzzle di ambienti concentrati in un territorio così ristretto fanno del Gargano più un'isola che un monte, che peraltro raggiunge solo i 1.065 metri col monte Calvo.

I PAESAGGI DEL GARGANO
Il Gargano è un promontorio ammantato da foreste costiere di pini e lecci e da coltivazioni di mandorli, aranci e ulivi. La costa bassa e sabbiosa nel tratto settentrionale diventa via via scoscesa con alte falesie calcaree che si aprono in calette di sabbia finissima, molto frequentate nei mesi estivi. L'interno è in gran parte coperto dalla vegetazione della Foresta Umbra che fascia il promontorio con faggi e pini, costituendo il cuore del Parco Nazionale del Gargano. In questa vegetazione rigogliosa, forse la più ricca dell'Italia meridionale, si inseriscono i paesi che, specie all'interno, hanno conservato la loro struttura antica, con vicoli tortuosi e case bianche: Vieste, San Menaio, Peschici, Mattinata.

Un bel Bicchiere di vino a pasto è una delizia

Il vino è una bevanda alcolica fermentata, ottenuta esclusivamente dalla fermentazione (totale o parziale) del frutto della vite, l'uva (sia essa pigiata o meno), o del mosto.

Il vino si può ottenere da uve appartenenti alla specie Vitis vinifera o provenienti da un incrocio tra questa specie e altre specie del genere Vitis, come ad esempio la Vitis labrusca, la Vitis rupestris, ecc.; in Italia per la produzione di vino possono essere usate solo uve appartenenti alla specie Vitis vinifera.

La terminologia relativa al vino utilizza molti vocaboli in lingua francese; per alcuni di essi esistono i corrispondenti termini in italiano, mentre per altri è possibile usare solo i termini francesi.

Con tale bevanda si può dar vita anche ad un nobile distillato, che se invecchiato per almeno 12 mesi in legno, prende il nome di Brandy.


Il termine "vino" ha origine dal verbo sanscrito vena ("amare"), da cui deriva anche il nome latino Venus della dea Venere[1]. Lo stesso termine sanscrito deriva da una radice proto indoeuropea *win-o- (cf. l'ittita: wiyana ,il licio: Oino, l'antico greco οῖνος - oînos, il greco eolico ϝοίνος - woinos). Dal termine latino vinum, anche attraverso la rielaborazione delle lingue celte, ebbero luogo molte delle denominazioni nelle altre lingue.

Nel Valdarno Superiore, intorno a Montevarchi (AR), sono stati ritrovati in depositi di lignite, reperti fossili di tralci di vite (Vitis Vinifera) risalenti a 2 milioni di anni fa. Diversi ritrovamenti archeologici dimostrano che la Vitis vinifera cresceva spontanea già 300.000 anni fa. Studi recenti tendono ad associare i primi degustatori di tale bevanda già al neolitico; si pensa che la scoperta fu casuale e dovuta a fermentazione naturale avvenuta in contenitori dove gli uomini riponevano l'uva. Le più antiche tracce di coltivazione della vite sono state rinvenute sulle rive del Mar Caspio e nella Turchia orientale.

Un calice di vino racconta millenni di storia umana. Gli studiosi che nel corso del XX secolo hanno cercato di scoprire quanto la terra nasconde alla vista degli uomini si sono imbattuti casualmente nella più antica giara di vino mai rinvenuta. Nel 1996, infatti, una missione archeologica americana, proveniente dall'Università della Pennsylvania e diretta da Mary Voigt, ha scoperto nel villaggio neolitico di Hajji Firuz Tepe, nella parte settentrionale dell'Iran, una giara di terracotta, della capacità di 9 litri, contenente una sostanza secca proveniente da grappoli d'uva. La notizia, riferita da Corriere Scienza del 15 ottobre 2002, aggiunge che i reperti rinvenuti risalgono al 5100 a.C., quindi a 7000 anni fa, ma gli specialisti affermano che il vino è stato prodotto per la prima volta, forse casualmente, tra 9 e 10000 anni fa nella zona del Caucaso. Sembra infatti che il primo vino sia stato prodotto del tutto per caso (come è avvenuto per il pane lievitato) per la fermentazione accidentale di uva dimenticata in un recipiente.

È comunque accertato che la produzione su larga scala di vino è iniziata poco dopo il 3000 a.C., quindi circa 5000 anni fa.

I primi documenti riguardanti la coltivazione della vite risalgono al 1700 a.C., ma è solo con la civiltà egizia che si ha lo sviluppo delle coltivazioni e di conseguenza la produzione del vino.

La Bibbia (Genesi 9,20-27) attribuisce la scoperta del processo di lavorazione del vino a Noè: successivamente al Diluvio Universale, avrebbe piantato una vigna con il cui frutto fece del vino che bevve fino ad ubriacarsi. Gesù Cristo ha scelto il vino come specie sotto cui, nel sacramento dell'Eucarestia, si cela il Suo sangue "per la nuova ed eterna alleanza, versato per voi e per molti in remissione dei peccati".

L'impero romano dà un ulteriore impulso alla produzione del vino, che passa dall'essere un prodotto elitario a divenire una bevanda di uso quotidiano. In questo periodo le colture della vite si diffondono su gran parte del territorio, e con l'aumentare della produzione crescono anche i consumi.

Ad ogni modo il vino prodotto a quei tempi era molto differente dalla bevanda che conosciamo oggi.

A causa delle tecniche di conservazione (soprattutto la bollitura), il vino risultava essere una sostanza sciropposa, molto dolce e molto alcolica. Era quindi necessario allungarlo con acqua e aggiungere miele e spezie per ottenere un sapore più gradevole.

Con il crollo dell'Impero Romano la viticoltura entra in una crisi dalla quale uscirà solo nel medioevo, grazie soprattutto all'impulso dato dai monaci benedettini e cistercensi. Nella stessa Regola, Benedetto afferma:

« Ben si legge che il vino ai monaci assolutamente non conviene; pure perché ai nostri tempi è difficile che i monaci ne siano persuasi, anche a ciò consentiamo, in modo però che non si beva fino alla sazietà. »


Gian Battista Vico intravvide nella concezione medioevale del vino come genere di prima necessità un carattere della barbarie di quest'epoca.[2]

Proprio nel corso del medioevo nasceranno tutte quelle tecniche di coltivazione e produzione che arriveranno praticamente immutate fino al XVIII secolo, quando ormai la produzione ha carattere "moderno". Ciò grazie alla stabilizzazione della qualità e del gusto dei vini, nonché all'introduzione delle bottiglie di vetro e dei tappi di sughero.

Nel XIX secolo l'oidio e la fillossera, malattie della vite provenienti dall'America, distruggono enormi quantità di vigneti. I coltivatori sono costretti a innestare i vitigni sopravvissuti sopra viti di origine americana (Vitis labrusca), resistenti a questi parassiti, e ad utilizzare regolarmente prodotti fitosanitari come lo zolfo.

Nel novecento invece si ha, inizialmente da parte della Francia, l'introduzione di normative che vanno a regolamentare la produzione (origine controllata, definizione dei territori di produzione, ecc.) che porteranno a un incremento qualitativo nella produzione del vino a scapito della quantità.

I vini possono essere classificati sia in funzione del vitigno (varietà di vite utilizzata per la produzione) che in funzione della zona di produzione.
I vitigni più famosi e diffusi nel mondo (i cosiddetti "Vitigni internazionali" o "Alloctoni") sono fra i rossi il Cabernet-Sauvignon, il Cabernet franc, il Merlot, il Pinot noir, lo Zinfandel e il Syrah; tra i bianchi il Sauvignon, lo Chardonnay, il Muscat ed il Riesling.
Le zone di produzione più famose nel mondo sono, oltre alle diverse regioni dell'Italia, in Libano, la provincia di Bordeaux, la Borgogna, la Champagne e l'Alsazia in Francia, Ribera del Duero, La Rioja e Toro in Spagna e la Napa Valley in California.

giovedì 18 febbraio 2010

Arbitro...Purgati!!!

Gli errori clamorosi della terna arbitrale nel match di Monaco scatenano l'ira del patron viola: «Non potevamo fare nulla contro la dabbenaggine dell'assistente. L'arbitro? Quando uno non è più in grado di fare un lavoro dovrebbe smettere». Prandelli ironico: «Non abbiamo raddoppiato sul guardalinee»

MONACO, 17 ottobre - No, non si può lasciar passare in silenzio uno scandalo del genere. Perché l'incapacità della terna arbitrale di Bayern-Fiorentina è stata sotto gli occhi di tutti. E ovviamente anche di quelli del Patron viola Diego Della Valle, che non usa mezzi termini: «Volevamo vedere una grande Fiorentina, l'abbiamo vista giocare senza timori di sorta. Non ci ha fatto piacere quella dabbenaggine del guardalinee, veramente uno scandalo, ma pensiamo alla grande partita disputata su un campo difficilissimo in Europa, al grande comportamento dei nostri tifosi. Aspetteremo questi signori a casa nostra, qualcuno di questi ha detto che ci avrebbero battuto 6-0 (Robben, alla vigilia del match, alla Bild NdR), speriamo di restituirgli il favore. Abbiamo fatto una grande prestazione, tutto questo non si può rovinare per qualcuno che non è in grado di fare il suo lavoro».

OVREBO CAMBI MESTIERE - Ma nel finale delle dichiarazioni rese a Sky Sport 24 arriva anche la stoccata all'arbitro norvegese, ovvero il malcelato invito a cambiare mestiere: «Se uno non è bravo a fare un lavoro smette. Magari anche qualche amico gli consiglia di smettere. Penso che possa valere anche per gli arbitri. Qualcuno potrebbe suggerirglielo».

PRANDELLI LUCIDO E IRONICO - Più pacato il tecnico della Fiorentina, sempre a Sky, che preferisce pensare già al match di ritorno: «Stasera da parte dell'arbitro ci sono state decisioni sbagliatissime ma non dobbiamo tornare a Firenze pensando che sia tutto compromesso se noi torniamo con questa voglia possiamo passare il turno. Abbiamo fatto una grande partita, una grande prestazione: siamo stati ordinati, attenti, abbiamo fatto delle manovre interessanti. Gila deve trovare la posizione nella fase di non possesso palla, stasera ha fatto bene. Al ritorno dobbiamo pensare di ripetere questa partita, essere accorti e avere pazienza. L'arrabbiatura? C'è, ma se la prestazione è stata importante la parte emozionale deve essere limitata». Prandelli alla Rai poi si lascia andare ad una battuta per stemperare la rabbia: «Abbiamo fatto tutto bene sul rettangolo di gioco - confessa di aver detto ai ragazzi dopo la fine della gara - Non siamo però riusciti a raddoppiare sul guardalinee».

mercoledì 17 febbraio 2010

Festival di Sanremo 2010

Aveva promesso un festival 'semplice', come lei Antonella Clerici. E, per quanto concerne la prima serata, la promessa l'ha mantenuta o quasi. Terminati i primi 20 minuti di 'passaggio del testimone' da Paolo Bonolis e Luca Laurenti - sempre in bilico tra lo spiritoso e il pecoreccio - Antonellina di rosso vestita ("Rosso polmone" "No, piuttosto rosso angioma") ha dato il via alla 60a edizione della kermesse. "Sessantesima edizione, nel 2010. Cifre tonde, come me" ironizza la conduttrice. Ed effettivamente il 'tondo' è la cifra stilistica di questo Festival, o almeno della sua serata inaugurale: tondi sono numerosi elementi della scenografia vagamente spaziale, tondo è il pallone che compare sul palco a simboleggiare la presenza di Antonio Cassano e innegabilmente tonde (o "rotondette", come si diceva fino a qualche tempo fa) sono Maria Nazionale (partener vocale di Nino D'Angelo), il fenomeno pop scozzese Susan Boyle e la sensuale Dita Von Teese che a tarda sera ha sicuramente risvegliato più di qualche sonnecchiante telespettatore con uno spogliarello quasi integrale (è rimasta in perizoma e copricapezzoli), con tanto di tuffo in una gigante coppa di Champagne.


Le canzoni - il cui livello medio è parso abbastanza buono - sono filate via una dopo l'altra, con un discreto ritmo. Nel momento in cui la scaletta avrebbe previsto l'esibizione di Morgan, Antonella ha voluto rivolgergli un pensiero: rammarico per la sua assenza a causa dei ben noti motivi; lettura di qualche verso della sua canzone e un augurio ("Morgan, spero che tu e tutti quelli come te si possano ritrovare"). Rapida, tutto sommato garbata e senza eccessi di retorica e moralismi.


Circa 20 minuti dopo la fine della gara ecco i risultati della giuria demoscopica: non passano la prima serata (ma con possibilità di ripescaggio) Pupo con Emanuele Filiberto e Luca Canonici - peraltro accolti da fischi ancor prima di eseguire la canzone, decisamente raccapricciante - Toto Cutugno che almeno quest'anno non correrà il pericolo di arrivare secondo e Nino D'angelo, per la verità ingiustamente penalizzato.
Gli applausi più fragorosi sono stati per Marco Mengoni, a riprova che i pronostici della vigilia che lo vogliono tra i favoriti non sono sbagliati.

sabato 13 febbraio 2010

Valentino primavera-estate 2010

C’è contraddizione e una cesura rispetto alla continuità di tessuti impalpabili, profusione di pizzi e modelli romantici delle precedenti collezioni disegnate per Valentino da Maria Grazia Chiuri e Pier Paolo Piccioli.

Qui appare per la prima volta un guizzo di creatività diversa, che continua a rendere omaggio ma fa i conti con la cibernetica, scendendo a compromessi con i tessuti tradizionali ma interpretando forme provenienti da stimoli di tutt’altra natura – non escluso il film evento Avatar.

Ci sono chiffon e georgette ma declinati in colori inediti sulle passerelle di Valentino, per quanto più accettabili in Haute Couture, più aperta alla sperimentazione creativa: il giallo, soprattutto, ma anche il blu e il fucsia.

Non manca il rosso, ma in un’interpretazione assai diversa. Quasi si potrebbe azzardare un paragone con certi stilemi á la Rodarte. La fluidità si ritrova però negli abiti lunghi che rinunciano alle sincopi dei modelli corti e alle fasciature dei pantaloni e si allineano più volentieri alla tradizione.

venerdì 12 febbraio 2010

Tendenza moda primavera estate 2010 primeggia la sensuale Donatella Versace

Con l’arrivo dell’estate primeggia la voglia di uscire all’aria aperta e godersi il clima mite. Nelle più importanti passerelle moda fashion questa sensazione già si respira.
A far esaltare la donna nel suo massimo splendore e in tutta la sua sensualità ci ha pensato un’icona della moda, Donatella Versace. Nella sua nuova collezione si respira aria di rinascita super sexy.
Silhouette affilate e aderenti per risaltare le forme candide, fregi barocchi per esprimere il fascino delle donne riportato ai tempi delle Dame e cromie candy, tutto questo nel nuovo look della Medusa.
Sempre piu sexy l’immagine femminile nelle sfilate di Donatella Versace, tanto da far apparire la donna come una Dea delle divinità dell’Olimpo, stile energetico e ipervisivo. Questo rilancio fa facilmente tornare alla mente gli anni 80 del dominio delle signore che vestivano Armani e Versace.
Ampio spazio dedicato ai colori accesi per le sirenette vestite in mini stardust, con abiti da sera da farle apparire delle Divinità e con muse filiformi con plastica trasparente avvolte da ritocchi stile barocco.
Fantasie psichedeliche a creare un gioco ottico con fregi barocchi a donare quel giusto mix tra eleganza e stile estroverso. Ad apparire arrivano i colori candy e gli acuti fluo. Il fascino femminile espresso in tutte le sue forme lo si vede in abiti mini con silhouette affilate, giacchine corte e pantaloni smilzi. L’immagine moderna arriva con un tocco pop, che ci ricorda l’esuberante cantante Madonna, dalle coreografie metalliche e superficie con plastiche colorate, il tutto corredato con sandali e stivaletti dal tacco stellare.
Anche in questa nuova collezione, Donatella Versace, ha saputo creare un guardaroba dinamico e capace di far apparire la donna unica nel suo genere.

lunedì 8 febbraio 2010

Chelsea stellare

Nel big match della 25ª giornata di Premier League, il derby di Stamford Bridge sorride ai Blues: finisce 2-0 con una doppietta dell'attaccante ivoriano nel primo tempo. Gunners a -9 dalla squadra di Ancelotti, che torna in vetta a +2 sul Manchester Utd

Il Chelsea è uno squadrone solido, potente e compatto: quando incontra i giovanotti dell'Arsenal, tanto belli quanto leggeri, ne fa immancabilmente un sol boccone. A Stamford Bridge, nel big match della 25ª giornata di Premier League, una doppietta di Drogba permette alla corazzata di Ancelotti di vincere il derby: un 2-0 che fa sprofondare i Gunners a -9 dai rivali cittadini e che permette al Chelsea di tornare in testa alla classifica, con 2 punti di vantaggio sul Manchester Utd.

terry convincente — Per dare testimonianza della superiorità dei Blues, si può cominciare parlando di Drogba: una prima punta di quel livello non ce l'ha nessuno, ma l'Arsenal non ha nemmeno qualcuno che lo ricordi lontanamente. Van Persie ed Eduardo sono fuori per infortunio, Bendtner va in panchina. Così, mentre Drogba impiega 22 minuti e 19 secondi per mandare due palloni nella porta di Almunia, nell'attacco dei Gunners prova a fare da terminale offensivo il povero Arshavin, schiacciato nella morsa di Terry e Carvalho. Proprio il capitano dei Blues, reduce da una settimana non proprio semplicissima, era l'osservato speciale del derby. Almeno in campo, Terry non ha tradito: prestazione impeccabile e assist per il primo gol di Drogba. Il 2-0, invece, è frutto di un assolo del fuoriclasse ivoriano, autore di uno slalom in area prima del tiro vincente.

numeri impietosi — Forse, però, per dare un'idea dell'attuale differenza di valore tra Chelsea e Arsenal possono bastare alcuni numeri. Più ancora dei confronti diretti (nei 15 più recenti i Gunners l'hanno spuntata solo 2 volte, a fronte di 8 sconfitte e 5 pareggi), si può considerare il dato relativo ai confronti tra le Big Four: il Chelsea ha vinto tutte le quattro le ultime sfide disputate con Manchester Utd, Arsenal e Liverpool senza concedere neppure un gol, mentre i ragazzi di Wenger le hanno perse tutte e quattro. Ecco perché, anche per quest'anno, mentre i Blues restano in piena corsa nelle tre competizioni principali, l'Arsenal sembra già fuori dalla lotta al titolo. Il progetto di Wenger è affascinante, ma senza uomini d'esperienza si squaglia quando in campo fa più caldo. Un concetto che, in questa stagione, gli è stato ricordato prima da Fabregas e poi da Arshavin, i suoi uomini di maggiori classe. Un motivo ci sarà.

venerdì 5 febbraio 2010

Siiii...Viaggiare!

Il turismo in Italia contrasta la crisi con una tenuta maggiore di altri settori economici: i
primi tre mesi dell’anno grazie alla montagna, in agosto grazie alla politica promozionale
degli hotel, nelle prenotazioni per l’autunno grazie alla ripresa del turismo business e
commerciale nel nord del Paese.
Meno nera di quanto ci si aspettasse l’estate del 2009. Il sistema turistico italiano ha attivato
velocemente misure anti crisi, le imprese hanno dimostrato di saper affrontare l’emergenza
annunciata e i risultati danno l’Italia in una posizione meno critica rispetto al resto d’Europa.
Il 2009, infatti, ha evidenziato una serie di tendenze:
􀁹 gli hotel, che hanno maggiore clientela internazionale, hanno applicato una politica di
ribasso nei prezzi (-7,2%) per contrastare il calo registrato nei primi sei mesi,
􀁹 il turismo italiano diminuisce le partenze all’estero e sceglie l’Italia nei primi sei mesi
dell’anno, e in estate sceglie i mesi fuori stagione di luglio (+37%) e settembre1 (+14,2)
pareggiando il conto con l’estate 2008,
􀁹 l’attrattiva del nostro Paese rimane costante, anche tra le previsioni di vendita del
Turismo organizzato mondiale, contenendo il calo mondiale dei flussi internazionali in
Italia al –2,8%, quando l’OMT prevede un calo mondiale dei flussi internazionali tra il -
4% e il -6%,
􀁹 in particolare, l’indagine ENIT presso i Tour Operator esteri indica per il mese di agosto
una ripresa delle partenze del turismo organizzato verso l’Italia, in particolare dalla
Germania, dall’Austria e dal Belgio,
􀁹 gli effetti della crisi economica hanno influenzato maggiormente la durata della vacanza
e la spesa, spingendo i turisti italiani e stranieri a ridurre il budget per la vacanza e ad
utilizzare maggiormente gli alloggi privati.
I dati del 2009
Da gennaio a settembre 2009 il turismo in Italia ha contenuto la perdita di occupazione dei posti
letto nelle strutture ricettive alberghiere e extralberghiere con un saldo totale del -4,3%. La
perdita ha coinvolto maggiormente il settore extralberghiero2 (-6,9%), mentre negli hotel italiani
il saldo registra -2,9%.
L’andamento non è stato lineare, infatti:
􀁹 il primo trimestre del 2009, grazie alle performance positive delle destinazioni montane e
dell’extralberghiero, si chiude in pareggio rispetto al 2008, 􀁹 è nel secondo trimestre che le imprese ricettive alberghiere ed extralberghiere hanno
subito maggiormente gli effetti della congiuntura negativa, specie nel mese di giugno
quando si sono registrati 23 giorni di pioggia,
􀁹 in estate, infine, in agosto risale il turismo negli hotel (+1,7%) ma non recupera nelle
strutture extralberghiere,
􀁹 nella settimana di ferragosto i flussi turistici negli hotel sono sostanzialmente pari a quelli
registrati nel 2008.
Il recupero degli hotel nella stagione estiva è dovuto ad una politica dei prezzi che ha visto
abbattere il costo delle camere negli alberghi del -7,2% ma che ha comportato un saldo del
fatturato da gennaio a settembre pari al -7,9%.
La crisi congiunturale ha colpito però maggiormente i Paesi europei nostri concorrenti, come la
Francia e la Spagna. Parlando del comparto alberghiero si sono registrate, infatti, in Francia,
fino a luglio, minori presenze pari al -6,3% (si stima -2,9% in Italia); in Spagna il tasso di
occupazione è calato di oltre 4 punti percentuali nei mesi di giugno e luglio, con una
diminuzione degli arrivi alberghieri del -13,6% da gennaio ad agosto.
Fino a giugno il turismo internazionale ha registrato cali in tutta Europa: in Francia i
pernottamenti in hotel diminuiscono del -14,9% mentre in Italia diminuiscono del -13.2%. In
Spagna si è registrata una partenza negativa nel primo trimestre e un migliore andamento in
primavera per un totale del -10,2%.
Secondo gli operatori italiani i due fattori che influiscono maggiormente sulla diminuzione dei
flussi turistici, sono la crisi economica (indicata dal 37% delle strutture), e la problematica dei
disservizi turistici (disagi legati alla mobilità, ai ritardi e disservizi del sistema infrastrutturale, alla
carenza di informazioni, servizi e assistenza ai turisti, ecc.).
Ciò significa che nonostante i segnali congiunturali internazionali che indicano una ripresa
dell’economia mondiale per il 2010, gli operatori del turismo individuano nelle problematiche
strutturali e infrastrutturali del Paese il vero gap competitivo del nostro sistema turistico.

giovedì 4 febbraio 2010

Iran: servigi di Berlusconi ai padroni israeliani

TEHERAN - Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha reso una "serie di servigi ai padroni israeliani" con le dichiarazioni fatte durante la sua visita in Israele. Lo ha affermato il sito in italiano della radiotelevisione di Stato iraniana. "Dopo aver sparato dichiarazioni decisamente discutibili sull'Iran - afferma il sito - il premier italiano è arrivato a dire che la guerra contro Gaza fu giusta, calpestando così i cadaveri di 1.400 civili palestinesi uccisi l'anno scorso da Israele durante tre settimane di folli bombardamenti". Berlusconi, si aggiunge nel commento, "durante il suo discorso ieri alla Knesset ha completato tutta la serie di servigi fatti ai padroni israeliani", dopo che, "prima e durante la visita in Israele aveva rivolto all'Iran tutte le accuse possibili, ad iniziare da quella di voler sviluppare armi nucleari".

Ieri Kazem Jalali, portavoce della commissione affari esteri del Parlamento iraniano su posizioni conservatrici moderate, aveva detto all'Ansa che le parole di Silvio Berlusconi in Israele sono "una aperta interferenza negli affari interni di un Paese indipendente".

mercoledì 3 febbraio 2010

VOLA MERCATO POKER ON LINE. A GENNAIO INCASSATI 285 MLN

(ASCA) - Roma, 3 feb - Torna a salire la febbre da poker on line. Nel primo mese del 2010 infatti gli italiani hanno giocato sui tavoli verdi virtuali 285,1 milioni di euro. Si tratta - spiega l'Agicos - del nuovo record assoluto di raccolta mensile, superiore di oltre il 17% rispetto al precedente primato stabilito appena un mese fa (a dicembre la raccolta sfioro' i 243 milioni di raccolta). A gennaio del 2009, con il mercato pero' ancora in fase di startt up e con pochi operatori gia' a regime, la raccolta tocco' i 141,6 milioni di euro, quindi a distanza di un anno gli incassi sono di fatto raddoppiati. Da quando e' partito (settembre 2008), il poker on line ha finora incassato oltre 2,8 miliardi di euro. Se nei prossimi mesi dovesse confermarsi il trend di gennaio e con la partenza, prima della primavera, del poker ''cash'', il 2010 potrebbe chiudere con una raccolta ampiamente superiore ai 3 miliardi di euro.

Leader di mercato e' ancora Microgame con una raccolta di 86,1 milioni di euro, valore che rappresenta un crescita del +13,8% rispetto al mese precedente. In seconda posizione si consolida Pokerstars, con una raccolta di 49,5 milioni di euro ed una crescita del +25,6%, il valore percentuale piu' alto tra tutti gli operatori. Chiude il podio Gioco Digitale che torna a crescere molto bene dopo due mesi di calo. Sui tavoli verdi virtuali di Gioco Digitalo sono stati puntati a gennaio 41 milioni di euro, per un +18,8% rispetto a dicembre. Crescite superiori alla media del mercato anche per Snai, Bwin, Leonardo Service Provider e soprattutto PartyPoker, passata dai 3,6 milioni dell'ultimo mese del 2009, ai 4,6 milioni di gennaio. A questo valore vanno aggiunti, come network, i 600.000 euro incassati dal poker on line di Intralot.

Per quanto riguarda le quote di mercato, sono 4 gli operatori ad aver conquistato posizioni. In particolare da segnalare la crescita di Pokerstars che passa da una quota di mercato, a dicembre 2009, del 16,3%, ad una quota a gennaio 2010 del 17,4%. In crescita anche Gioco Digitale, Leonardo Service Provider e PartyPoker. Mettendo insieme i valori degli operatori esteri (Pokerstars, Bwin, Eurobet, PartyPoker, Intralot, Betclic), si ottiene una quota di mercato del 25,9%.

La rivoluzione di Zac Verso la difesa a tre

L'allenatore della Juventus effettuerà cambiamenti graduali rispetto al suo predecessore: il primo e più probabile sembra quello del modulo difensivo con il passaggio da una linea a 4 a quella a tre, Cannavaro-Legrottaglie-Chiellini, in un 3-4-1-2 con Diego dietro ad Amauri e Del Piero.

VINOVO (Torino), 2 febbraio 2010 – La rivoluzione di Alberto Zaccheroni alla Juventus è iniziata in punta di piedi. “Con la Lazio non ho voluto confondere la squadra, ma dopo questa settimana di lavoro, sabato contro il Livorno ci potrebbe già essere qualche novità”. Un passo alla volta, ma il nuovo allenatore ha già le idee chiare e tanta voglia di cambiare. Il tempo stringe, per conquistare l’obiettivo minimo del quarto posto (e la qualificazione per la prossima Champions League) bisogna invertire la rotta. E allora vediamo quali accorgimenti ha già apportato o ha intenzione di fare Zaccheroni nel tentativo di riportare la Juve in vetta alla classifica.

Alberto Zaccheroni con Legrottaglie. LaPresse
ALLENAMENTI INTENSI — Nessun giorno di riposo, lunedì mattina la Juve era già al lavoro dopo la partita di domenica sera. Ieri lavoro defaticante per i giocatori in campo contro la Lazio, stamattina invece tutti in campo ad eccezione di Melo e Diego (entrambi in palestra ma recuperabili per il Livorno). La politica degli allenamenti a porte chiuse continua, ma si intravedono già le prime differenze rispetto al lavoro di Ciro Ferrara. Zaccheroni punta su sedute di lavoro intense, molta parte atletica, corsa e movimenti senza palla. L’obiettivo è migliorare la condizione fisica generale e rivedere una Juve che corre per tutti i 90 minuti della partita.

ROMBO ATIPICO — Quello di Zac è un rombo più allungato rispetto a quello di Ferrara. La posizione di Felipe Melo è più arretrata. Il brasiliano contro la Lazio ha giocato di fatto davanti alla difesa garantendo più copertura, ha trovato la posizione con facilità e la sua prova è stata positiva. Diego invece ha avuto totale autonomia, libero di svariare a piacere dietro le punte e agire tra le linee per mettere in difficoltà gli avversari. Entrambi i brasiliani sono usciti acciaccati dalla sfida con la Lazio: Melo è alle prese con un affaticamento muscolare e domani riprenderà a lavorare sul campo. Anche Diego oggi è rimasto in palestra mentre in campo al suo posto Zaccheroni ha provato Giovinco. E proprio Giovinco potrebbe giocare titolare a sorpresa contro il Livorno, nel caso in cui Diego non dovesse recuperare.

DIFESA A TRE, ESTERNI ALTI — Zaccheroni non l’ha ancora provata ufficialmente ma è solo una questione di tempo. Cannavaro, Legrottaglie, Chiellini. La tentazione è forte ma il nuovo allenatore vuole fare un passo alla volta, c’è tempo per cambiare. Con la difesa a 3 cambierebbe anche il modulo, non più a rombo. Questa è la nuova formazione che ha in mente Zaccheroni: Cannavaro, Legrottaglie e Chiellini davanti a Buffon. A centrocampo Melo e Sissoko (o Candreva) mediani davanti alla difesa, sugli esterni Caceres a destra e De Ceglie (o Marchisio) a sinistra. Il reparto offensivo rimarrebbe invariato con Diego trequartista a sostegno di Del Piero e Amauri.
COLLOQUI PERSONALIZZATI — Ha iniziato con il capitano e ha proseguito giorno dopo giorno, fino ad ascoltare tutta la rosa. Per Zaccheroni il dialogo tra allenatore e giocatori è fondamentale, per questo motivo ha parlato con tutti, spiegando i suoi obiettivi e il suo metodo di lavoro, chiedendo in cambio soltanto la disponibilità. I giocatori lo hanno ascoltato e gli hanno dato piena fiducia, adesso la palla passa a lui.

martedì 2 febbraio 2010

Litfiba Tour 2010

13 Aprile - Milano Mediolanum Forum
16 Aprile - Firenze Nelson Mandela Forum
17 Aprile - Firenze Nelson Mandela Forum
19 Aprile - Roma Palalottomatica
21 Aprile - Acireale Palatupparello

biglietti in vendita su: http://www.ticketone.it/

lunedì 1 febbraio 2010

Reunion 2010

Piero e Ghigo tornano insieme Ecco la reunion dei Litfiba
La rock band italiana ha fissato quattro date in giro per l'Italia, di nuovo insieme nel 2010. Sono già in sala di registrazione

FIRENZE - «La voglia di salire sul palco insieme e fare dei concerti è inarrestabile!». Sono le parole di Piero Pelù e Ghigo Renzulli, protagonisti di una delle più belle storie della musica italiana che nella prossima primavera suoneranno di nuovo insieme. Il 2010 infatti, è l’anno della reunion della più importante rock band italiana, i Litfiba. Un ritorno che nasce da una forte esigenza artistica, che guarda al futuro ma rimane fortemente ancorata al proprio passato. Dopo una separazione a cui hanno fatto seguito anni di lento riavvicinamento, umano e artistico, Piero Pelù e Ghigo Renzulli torneranno insieme con quattro potenti concerti. Un live, frutto di esperienza raccolta in anni di concerti in tutto il mondo con canzoni che sono la storia del rock. Si comincia il 13 aprile da Milano, poi il 16 Firenze, il 19 aprile Roma e il 21 ad Acireale.
GIA' IN SALA DI REGISTRAZIONE - Ma non ci sarà soltanto il tour. I due infatti, stanno rimettendo in sesto il vecchio studio di registrazione di Pelù a San Casciano e che soprattutto stanno già scrivendo una canzone (o forse di più, magari un intero album? Magari da presentare proprio in occasione del mini-tour?) a quattro mani, come ai vecchi tempi, come hanno raccontato alla Rockoteca Brighton di Settignano in occasione della presentazione del libro di Bruno Casini, In viaggio con i Litfiba (edizioni Zona). Nati trent’anni fa, sciolti da dieci, i Litfiba hanno colto questo doppio anniversario tondo per l’attesa reunion di cui molti fan e addetti ai lavori hanno a lungo vociferato in questi mesi. Era nell’aria dunque, questione di tempo.
LA ROCKOTECA DOVE TUTTO COMINCIO' - La storia dei Litfiba parte dalla Rockoteca Brighton di Settignano, dove tutto è co­minciato (il loro primo concerto porta la data 6 dicembre 1980, nello stesso periodo a New York veniva assassinato John Len­non). Passa per la «cantinetta» di via dei Bardi. E finisce con l’uscita del celebre album 17 re. Settignano non ha dato il bat­tesimo solo ai Litfiba, ma anche ai Diaframma di Federico Fiu­mani, l’altra storica band di que­gli anni. Tutti per uno, come i moschettieri: «Ricordo che il di­rettore della rockoteca, Nicola Vannini, oggi tra i soci di Audio­globe, era il primo frontman dei Diaframma - racconta Bruno Casi­ni che ha scritto un libro sulla storia dei Litfiba - e che in via de’ Bardi ci an­davano tutti a provare, non so­lo i Litfiba, ma anche i Diafram­ma, i Neon, i Café Caracas di Raf». A tutt’oggi è un luogo di culto: «Il proprietario del palaz­zo ancora deve verniciare i mu­ri accanto alla porta ogni poco perché dopo 30 anni c’è ancora tanta gente che viene lì a scrive­re messaggi d’amore per la band e incitamenti alla riunifica­zione dei componenti». All’epoca non esi­steva il «Rock Contest» ma il suo predecessore, chiamato «Il Rock mette i denti», all’interno del mitico locale Casablanca do­ve oggi c’è il Teatro di Rifredi.
IL CONCERTO ALLE CASCINE - I Litfiba vi partecipano nel 1982, poi partono per Bologna dove vincono la finale e mettono in cantiere il primo Lp, titolo: Litfi­ba. «Oggi quel disco è un ogget­to di culto introvabile che può arrivare a costare anche tre o quattrocento euro». Nel 1984 nasce a Firenze quel­lo che oggi (a Faenza) si chiama «Mei». Allora invece portava il nome di «Imm», Indipendent Music Meeting. I Litfiba ci sono e diventano protagonisti di un evento che rimarrà memorabile: un concerto al motovelodromo delle Cascine insieme ai Neon e ai Diaframma. «Fu la prima e unica volta insieme per queste tre band simbolo della new wave fiorentina e italiana, quello che è stato chiamato il ‘‘Rinascimento Rock’’». Non esiste alcuna registrazione della serata, che infatti, purtroppo, rimane solo nei ricordi di chi vi partecipò. Il resto, con Ghigo, Piero e gli altri, è storia.